Scegliere è coraggio
“Sono una salta-fossi!” si disse titubante. Poi lo ripeté a gran voce, più e più volte, fino ad urlarlo!
“SONO UNA SAAAAALTA-FOOOOOSSI!”
La valle del Lanico risuonava delle sue grida e da sotto, il torrente stesso sembrava approvare ridacchiando benevolo e facendole arrivare qualche spruzzo.
All’improvviso, tutto attorno aveva assunto una nuova luce. Le minacciose ali del corvo erano lontane e la piccola Kâ saltellava girando intorno su sé stessa. “Sono una salta-fossiiiiiii” continuava a ripetere rincorrendo in tondo la punta bianca della sua fulva e morbida coda.
Che cos’era a renderla così felice? La volpe si fermò un attimo per riprendere fiato e pensarci un po’ su. Prima di tutto il fatto stesso che il torrente si fosse preso la briga di parlare con lei era stato bellissimo. All’improvviso si era sentita rassicurata da una voce autorevole, un po’ come quando la Fata delle Foglie le era apparsa in sogno, in un tempo vicino che ora le sembrava lontanissimo. Era bello che qualcuno avesse accolto i suoi dubbi nel momento in cui si era ritrovata priva di speranze.
E poi c’era la cosa più importante di tutte: l’avere scoperto una grande verità. Il fatto di non riuscire a saltare come gli altri l’aveva a lungo portata a credere di non esser per niente capace di saltare. Una cosa sbagliatissima anche solo da pensare! Lei era capace di saltare, in un modo tutto suo. Sapeva accorciare le distanze: capacità davvero molto rara!
Ora però alla storia del suo viaggio personale mancava una componente importantissima: non basta capire le cose. Bisogna anche metterle in pratica. E il fatto stesso di metterle in 20 pratica implica qualcosa di potentissimo: la scelta. Alla base di ogni scelta che valga ci vuole…
“Cos’è che ci vuole?” si chiese la volpe sempre più assorta nei suoi pensieri.
“Coraggio, ci vuole coraggio!”
La risposta le risuonò ben chiara in testa nel momento esatto in cui un vento tiepido stava accompagnando con grazia delle foglie rosse e gialle da un margine all’altro della forra. Se quello era un segnale, Kâ sapeva di doverlo cogliere. Solo che… era davvero un bel salto!
In lunghezza, ovviamente. Non si trattava di saltare verso il basso e nemmeno verso l’alto. Quello che aveva in testa era invece l’idea di balzare da dove il sentiero s’interrompeva a dove ricominciava, cioè dall’altra parte della forra del Lanico.
Era una cosa spaventosa anche solo a pensarsi e nessun’altra volpe si sarebbe mai cimentata in una simile impresa! Forse proprio nessun altro animale. Nemmeno l’uomo e tantomeno i suoi cuccioli: era pericoloso e solo chi era dotato di un potere fuori dal comune come il suo poteva tentare.
Già, perché Kâ aveva ormai capito che quello che prima visualizzava come un problema, come una mancanza nel suo modo di essere e di saper fare, era invece un vero e proprio potere. E così dicendo, spiccò il volo.