La scelta della Volpe (cartello 4)

Il crocevia sconosciuto

Arrivata che fu la sera, tutto andò come il papà e la fata avevano predetto. I genitori si congedarono dalla cucciolata con gli occhi lucidi ma carichi d’orgoglio, sfregando il naso scuro e umido contro quello dei volpacchiotti e questi, uno alla volta, presero diverse direzioni. 

La nostra Kâ, dopo un attimo di esitazione, imboccò la viottola che andava verso Malegno. Camminò a lungo, dapprima molto triste per la separazione dalla sua famiglia. Poi, a mano a mano che proseguiva seguendo il percorso, cominciò a guardarsi attorno con maggiore attenzione. Il paesaggio a lei famigliare era ormai mutato e la viottola assomigliava sempre più a uno di quei sentieri usati dagli uomini. 

Invece che provare paura, la volpacchiotta si accorse che la cosa la incuriosiva sempre più. Chissà com’erano questi uomini di cui aveva tanto sentito parlare! Cammina cammina le venne anche fame. Decise allora d’ispezionare meglio i lati del sentiero: la luna ormai aveva cominciato a calare e questo era il segnale che il giorno non era poi tanto lontano. Meglio mettere ora qualcosa sotto i denti, zampettare ancora un poco e poi trovare un riparo per trascorrere tranquilla la giornata riposando. 

Trotterellando lungo la viottola, tra i sassi riconobbe: strisce di lumache, impronte di un grosso tasso e la penna persa da una giovane ghiandaia. Quando finalmente trovò un arbusto con delle belle bacche scure si fermò con attenzione, ricordando la lezione di mamma e papà: Kâ aveva imparato che non tutti i frutti che il bosco offre sono buoni da mangiare! Studiando da vicino pianta e bacche, le riconobbe come non velenose e decise di farsi una bella scorpacciata. 

Quando si fu rimpinzata per benino si rimise in marcia, sempre seguendo il percorso indicatole in sonno dalla fata. Cammina  cammina, giunse però a un crocevia! In quel punto la viottola si biforcava, dando vita non più ad una, ma a ben due stradine pietrose. Quale scegliere? Kâ avvertì di nuovo quella spiacevole sensazione di smarrimento. Si fermò e respirò profondamente, riprendendo il controllo sui pensieri. 

“Non conosco questo posto, ma è anche vero che non sto andando verso un luogo preciso! Se la fata fosse qui, quale delle due strade mi consiglierebbe di prendere?”

 In quel momento, un refolo di vento alzò alcune foglie dorate: Kâ le seguì con gli occhietti scuri e vide che prendevano il sentiero che s’inoltrava verso est. La volpacchiotta non ebbe dubbi e seppe come continuare il suo viaggio.

Ruzzolando coi cinghiali

Il sentiero che Kâ aveva imboccato passava tra prati e cascinali. Le bacche abbondavano lungo tutto il tragitto e la vegetazione, dapprima più rada, si era fatta a mano a mano più rigogliosa. Era facile seguire la strada e addentrarsi nel fitto del bosco per nascondersi al minimo rumore. La nostra volpacchiotta era infatti ancora un po’ titubante, ma sempre più curiosa del percorso suggeritole dalla Fata delle Foglie. 

Mentre zampettava un po’ di qua e un po’ di là, fiutando tracce e seguendo impronte di altri animali, si chiedeva se avrebbe presto rivisto la fata. Cercava anche di esercitarsi nel salto: una bella carica sulle zampe posteriori e poi… la spinta giusta per salire verso l’alto! Peccato però che invece di andare all’insù tutti i suoi balzi finissero per spingerla in avanti, sempre più avanti lungo il sentiero. Se avesse saputo che gli uomini praticano discipline come il salto in lungo, cimentandosi sarebbe diventata subito campionessa! Ma niente, nulla che riuscisse a farla alzare per più di una spanna e mezza da terra. 

Scrollando le spallucce e leccandosi la coda, proseguì fino all’alba. Poi sentì che i rumori tutti attorno cambiavano e che era ora di trovare riparo: iniziava anche ad essere piuttosto stanca. Tutti questi cambiamenti nel giro di così poco tempo la stavano spossando. Non faticò a trovare rifugio in una tana abbandonata: molto probabilmente era appartenuta a un tasso, forse in vacanza. Accertatasi che non ci fossero pericoli in vista, affondò il musetto nella folta pelliccia e chiuse gli occhi. Riuscì a rilassarsi, ma aveva sempre la sensazione che qualcuno la stesse spiando… 

Non fece comunque in tempo ad addormentarsi che sentì tutt’attorno un gran baccano! PIM PAM SCRASH, FRRRRR… la terra tremava e alla base della tana del tasso iniziarono ad accumularsi tanti sassolini, caduti dal pendio sovrastante. Cosa mai stava succedendo ora? 

Kâ, curiosa come solo le volpi sanno essere, non resistette alla tentazione di mettere fuori il naso dal suo comodo giaciglio. Lo spettacolo che vide la lasciò a bocca aperta! 

Era una famigliola di cinghiali. La mamma e ben cinque cuccioli scorrazzavano, ruzzavano, grattavano terriccio con le zampe. Si sfidavano con le zanne e rotolavano tutto attorno, creando non solo un bel baccano, ma anche un gran disordine sul sentiero. Il fondo di terriccio era stato messo sottosopra e gli arbusti divelti in più punti del dolce pendio. Insomma… quegli scalmanati stavano facendo un vero e proprio disastro! 

Kâ si sentì offesa. Non solo per il fatto che l’avessero disturbata. Dovete sapere infatti che le volpi non sono particolarmente permalose, ma per carattere tendono ad essere piuttosto solitarie. Quindi tutto questo trambusto era davvero per lei causa di disagio! Cercò la voce per dire la sua a quei teppisti del sentiero, ma fece appena in tempo ad azzardare un “Hei voi laggiù!” che la famigliola ruzzolante sparì nel bosco. 

La nostra volpe li sentì che si allontanavano strappando sempre più arbusti al loro passaggio, praticamente rotolando in discesa, seguendo l’andamento della collina boscosa. Gli animali della foresta parlano tutti un linguaggio abbastanza simile, quindi Kâ non si stupì quando si accorse di capire le loro parole in lingua cinghiante:

“Maaaaaaammmaaa… tra quanto possiamo fare il bagnoooo?”

“Tra poco Ruspa! Sbrigatevi che prima arriviamo all’acqua e meglio è!” 

E fu così che la nostra protagonista imparò due cose: che gli animali forti e arroganti non le piacevano e che più in basso scendendo il pendio ci doveva essere un piccolo fiume. 

Ulteriori informazioni

Crediti

Progetto voluto dal Comune di Malegno e dell'Associazione Malegno comunità che educa, gestito dalla Cooperativa Arcobaleno e finanziato con risorse provenienti dal Bando Centri Estivi di Regione Lombardia e da Fondazione Comunità Bresciana, oltre che da risorse provenienti dal Bando di Fondazione Cariplo ‘’Per il Libro e la Lettura’’ grazie al progetto ''Custodi Della Lettura”. 

Le illustrazioni sono di Daniela Gambolò dell’Associazione Borgo degli Artisti, la copywriter è Sandra Simonetti. 

Gli autori sono i nostri bambini e ragazzi di Malegno.

Ultimo aggiornamento
18 aprile 2023