La scelta della Volpe (cartello 3)

Kâ, una volpe impacciata

La tana era un posto soffice e caldo, rivestito dei ciuffetti di pelo portati da mamma e papà all’inizio della primavera. L’umidità non riusciva ad entrare e tra il legno delle radici della Grande Quercia c’era stato abbastanza spazio per tutti durante l’intera estate. Con la bella stagione, la piccola Kâ e i suoi fratellini erano rimasti molto all’aperto: giocando, esplorando e imparando a cacciare. Ora che gli alberi cominciavano a cambiare colore, si respirava un’aria diversa.

Era l’aria di settembre, ma la cucciolata ormai quasi adolescente di volpacchiotti e volpacchiotte non sapeva i nomi dei mesi: c’erano ancora tante cose che non conoscevano, questi cuccioli ormai pronti per affrontare da soli il mondo. Pronti… o quasi! 

“Mamma, Kâ ha sbagliato a saltare anche stavolta!” disse Urgo, il primo della cucciolata in tutto, dal seguire una traccia all’orientarsi nel fitto del bosco. 

È vero mamma, l’ho vista anche io!” aggiunse Ghiù, la cucciolotta con la coda più bella e folta del gruppetto rumoroso, che ormai si stava riunendo al completo all’ingresso della tana sotto la Grande Quercia. 

Mancavano solo Dieresis – quello bravo a imitare i versi degli uccellini – e la nostra piccola protagonista appunto, la più maldestra. Mamma e papà si scambiarono un’occhiata d’intesa, ma invitarono i cuccioli a tacere mentre si radunavano. 

Kâ arrivò per ultima, un po’ mogia come se si trascinasse sulle zampette. Le orecchie aguzze leggermente abbassate in punta e il musetto triste. I genitori li aspettarono tutti, fecero la ricognizione di come era andata la nottata e poi li misero a nanna. Il giorno fuori stava nascendo, i colori tutti attorno a loro crescevano in intensità e la cucciolata dopo qualche tramestio 4 si mise finalmente a dormire. Gli scoiattoli sui rami sopra ripresero il trambusto del mattino. 

“Piccola, vieni fuori un momento!” 

Papà volpe era bello, con il manto leggermente più scuro di quello della mamma e una cicatrice sulla zampa sinistra, dove era rimasto intrappolato un paio d’anni prima in una di quelle tagliole che alcuni uomini ancora usano per catturare le volpi. Kâ, che non era riuscita a prendere sonno, uscì con lui e si sedette su una radice che emergeva dal terreno. Il papà cominciò a parlare: 

“Lo so come ti senti. Tutti i tuoi fratelli hanno ormai imparato a cacciare. C’è chi è più bravo a nascondersi per sorprendere le prede, chi riesce a distrarle ingannandole e infine chi salta su di loro atterrando dall’alto. Io lo so Kâ che tu fai fatica a saltare come gli altri. Ti ho vista mille volte provare con tutte le tue forze senza mai balzare sul tuo bersaglio.” 

Il musetto della volpacchiotta si fece ancora più mogio. 

“La prossima notte succederà qualcosa di speciale. Quando vi sveglierete, io e la mamma vi saluteremo. È giunto per voi il momento di mettere in pratica quanto avete imparato in questi lunghi mesi: dovete andare nel vasto mondo e cavarvela da soli. So che non sarà facile, per te ancora meno degli altri. La Grande Legge dice che né io né la mamma ci potremo essere per aiutarvi. Per questo ti volevo parlare: il bosco ha le sue regole, spesso ferree, ma non rifiuta mai un aiuto a chi lo sa chiedere. Buona fortuna figlia mia!”

Il consiglio della fata

Quel mattino Kâ faticò a prendere sonno: le parole di suo padre l’avevano profondamente colpita. Quando finalmente si addormentò, il sole era alto e molto luminoso. In giornate soleggiate come quella, nel bosco delle querce era facile fare sogni carichi di luce utili per chi, come la nostra protagonista, sente di avere smarrito la strada. E fu così che a Kâ apparve in sogno la Fata delle Foglie. 

La Fata delle Foglie è luminosa come un raggio di sole. Ha le vesti di seta finissima, ma non prende mai freddo: neanche d’inverno. I capelli sono lunghi e cambiano colore a seconda della stagione. Il viso è dolce e sottile, gli occhi brillanti e la voce è un flebile sussurro che ricorda lo stormire della chioma di una betulla. Appare in sogno a chi ha bisogno d’aiuto, a chi si è perso e non sa che pesci pigliare. Kâ non l’aveva mai vista prima, immersa com’era stata fino a quel momento nel tenero abbraccio della sua famiglia. 

La fata, sempre in sogno, la fece uscire dalla tana e se la prese in grembo. Accarezzandole piano il manto già fulvo e la coda dalla puntina bianca, le sussurrò con premura a un orecchio: 

“Piccola Kâ, il mondo è grande e tu hai tanta paura, lo sento. Ma il tuo papà ti ha dato un consiglio molto saggio! Chi sa cercare, trova le risposte e impara a cavarsela!” 

“Sì, ma se non riesco a saltare verso l’alto, come farò a procurarmi il cibo? I miei fratelli riescono sempre a balzare e ricadere sulle prede, mentre io non ci riesco! Ogni volta che provo a spingermi verso l’alto anche io, finisce sempre che invece di salire mi sposto solo più in là lungo il sentiero…”

 La piccola Kâ era davvero sconsolata! 

La Fata delle Foglie, con un frusciare del vestito verde dai riflessi dorati, la strinse forte a sé e le disse piano: 

“Lo so che non riesci a saltare come le altre volpi della tua famiglia. Ti ho vista spostarti nel bosco e ogni volta ti ho ammirata per la caparbietà con cui provavi e riprovavi, senza mai darti per vinta! Il consiglio che ti posso dare è di lasciare questo bosco. Quando i tuoi fratelli domani prenderanno le piste che vanno a sud, tu segui la viottola che va verso il paesino chiamato Malegno. Non avere paura: la strada sarà lunga, piena di mistero, ma troverai sempre qualcuno da cui imparare qualcosa!” 

E la fata sparì, lasciando alla nostra volpacchiotta ancora qualche momento di sonno ristoratore.

Ulteriori informazioni

Crediti

Progetto voluto dal Comune di Malegno e dell'Associazione Malegno comunità che educa, gestito dalla Cooperativa Arcobaleno e finanziato con risorse provenienti dal Bando Centri Estivi di Regione Lombardia e da Fondazione Comunità Bresciana, oltre che da risorse provenienti dal Bando di Fondazione Cariplo ‘’Per il Libro e la Lettura’’ grazie al progetto ''Custodi Della Lettura”. 

Le illustrazioni sono di Daniela Gambolò dell’Associazione Borgo degli Artisti, la copywriter è Sandra Simonetti. 

Gli autori sono i nostri bambini e ragazzi di Malegno.

Ultimo aggiornamento
18 aprile 2023