Il Mosaico - Anno 2009 - 2
01 dicembre 2009
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La nuova amministrazione comunale al lavoro
Con le ultime elezioni amministrative comunali, tenutesi il 6 e 7 giugno scorsi, i malegnesi hanno scelto di confermare alla guida del comune l’amministrazione uscente, ma hanno comunque eletto un consiglio comunale fortemente rinnovato: sette consiglieri hanno fatto il loro esordio assoluto nel Consiglio tenutosi il 17 giugno, mentre per due Consiglieri si è trattato di un ritorno dopo una pausa di cinque anni. Anche nella composizione della Giunta comunale ha prevalso l’obiettivo di mettere insieme continuità e rinnovamento e di rispettare l’indicazione del voto di preferenza espressa dai cittadini, e così gli assessori in carica sono per metà nuovi e per metà riconfermati e sono presenti in giunta tre dei quattro Consiglieri di maggioranza più preferenziati. La nuova amministrazione ha così potuto cominciare ad operare con tutte le premesse per poter fare bene: l’esperienza portata dagli amministratori uscenti e l’entusiasmo dei nuovi. E quindi insieme al sottoscritto, della Giunta fanno parte il consigliere Paolo Erba con il ruolo di Vice Sindaco e di Assessore ai servizi sociali, alla scuola e allo sport; il consigliere Roberto Bellesi come Assessore ai servizi (raccolta rifiuti, acquedotto, fognature, pubblica illuminazione, politiche energetiche); il consigliere Mario Simonetti come Assessore al territorio, all’agricoltura e al personale; il consigliere Gian Mario Bazzana come Assessore ai lavori pubblici, all’urbanistica e all’edilizia. Sono poi state assegnate delle speciali deleghe ad alcuni consiglieri: Pier Luigi Milani occuperà di cultura e del notiziario “Il Mosaico”, Ruggero Spina di barriere architettoniche, Federico Lo Bracco di commercio e delle iniziative di promozione del paese, Margherita Baffelli è invece stata designata come capogruppo della maggioranza “Comune Amico”. Al di là delle deleghe assegnate agli Assessori e ai Consiglieri, che rispecchiano le specifiche competenze di ognuno, l’amministrazione intende proseguire, come per il quinquennio passato, con una gestione collegiale. Riteniamo che questo metodo abbia prodotto dei buoni risultati e sia di maggiore garanzia per i cittadini. I consiglieri del gruppo “Malegno nel Cuore” sono invece Giorgio Maschera, Patrizia Domenighini (che ricopre il ruolo di capogruppo), Gian Mario Gazzoli e Mariano Baffelli. Il concetto di amministrazione collegiale va esteso anche ai consiglieri di minoranza. Sia pure nel rispetto dei diversi ruoli assegnati dalla legge e dagli elettori, il confronto democratico che deve avvenire su basi trasparenti e per obiettivi comuni, è elemento fondamentale per produrre un’azione amministrativa efficace. Direi che sotto questo profilo abbiamo iniziato bene, sia per i lavori della Giunta Comunale che per quelli del Consiglio, dove il confronto è subito avvenuto entrando nel merito delle questioni, e spesso approdato a soluzioni mediate e condivise. Con l’arrivo dell’autunno si sta dando vita ad un altro importante istituto democratico e di partecipazione e cioè quello delle commissioni comunali. Le commissioni saranno 10 (Statuto e regolamenti; Bilancio e tributi; Lavori pubblici, urbanistica e politiche edilizie; Ecologia, territorio e agricoltura; Politiche sociali; Politiche giovanili, scuola e sport; Pace, diritti e intercultura; Biblioteca; Manifestazioni ed iniziative di promozione del territorio; Musei) e coinvolgeranno complessivamente 81 commissari. Questo piccolo esercito di commissari potrà fare molto per Malegno in termini propositivi ed in termini operativi. Come si diceva le premesse ci sono tutte e quindi, al lavoro!
Il Sindaco
Alessandro Domenighini
Commercio: innovare per reggere le sfide
I l mondo è in continuo movimento e in evoluzione: anche il commercio non può rimanere a guardare, in particolare i piccoli negozi della montagna e dei nostri paesi si devono adeguare e differenziare. Ecco quindi alcune azioni messe in campo in questa parte dell’anno. Corsi di aggiornamento. Iniziato mercoledì 30 settembre, il primo dei due corsi riservato ai commercianti e organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Camera di Commercio e la società Isfor 2000 di Brescia. “Tecniche di vetrinistica e visual merchandiser” ha visto protagonisti 22 commercianti di Malegno cimentarsi nell’apprendere le tecniche di base, quali illuminazione, suddivisione dei volumi, proporzioni ottimali e moduli di esposizione, per poi applicarle nella creazione di vetrine vere e proprie. Il corso successivo, iniziato martedì 27 ottobre, pure articolato in tre lezioni, ha come titolo “trasformare la strada in un polo di attrazione commerciale” e affronta la problematica di far percepire ai consumatori la strada non come somma generica di offerte commerciali, ma come un luogo con una propria identità nel quale esaudire un bisogno d’acquisto, incontrare persone, trovarsi a proprio agio. Contributi. Le opportunità di contributi esistono, ma bisogna coglierle “al volo”: l’informazione è alla base di questo. Ecco che l’amministrazione comunale ha predisposto un volantino, riguardante contributi erogati dalla camera di commercio allo scopo di favorire lo sviluppo economico e produttivo stanziando fondi e diverse misure di finanziamento (vedere box a pagina 3).
Difesa del piccolo commercio. L’amministrazione difende il piccolo commercio e gli esercenti del proprio comune. Per questo appoggia i commercianti che hanno aderito alla proposta dei colleghi di Esine di chiedere all’amministrazione stessa, alla Comunità Montana e all’assessore al Commercio della Regione Lombardia l’annullamento di cambiamento di destinazione d’uso delle aree industriali e per dire NO a nuovi insediamenti di centri commerciali nella media valle.
Federico Lobracco
“Malegno-Malegno”
É in programma Domenica 29 novembre, nell’ambito della Festa Patronale di Sant’Andrea, la “Malegno-Malegno”, corsa podistica inserita nel circuito “Coppa Camunia” del CSI di Vallecamonica. Si tratta di un percorso ormai tradizionale, che l’Amministrazione Comunale e la Parrocchia hanno pensato di ripristinare all’interno delle manifestazione del pomeriggio domenicale della Festa Patronale. Oltre alla corsa podistica vera e propria, ci sarà la possibilità di effettuare una camminata, non competitiva, che per lunghezza e paesaggio, è adatta anche alle famiglie. Il percorso, segnalato e controllato dai volontari della Protezione Civile e dell’Oratorio, si concluderà proprio nel cuore del paese, animato a quell’ora dai mercatini di Sant’Andrea.
Novità del commercio
Comunicazione unica delle imprese. Dal 1° ottobre scatta definitivamente la procedura “impresa in un giorno” per l’iscrizione immediata al registro delle imprese. Dopo 6 mesi di applicazione facoltativa, dal 21 marzo 2010 la procedura diventerà obbligatoria per tutti. La comunicazione unica sarà uno strumento di semplificazione e consentirà alle aziende di iniziare la propria attività subito dopo il rilascio della ricevuta da parte dell’Ufficio del registro delle imprese.
Nuova ordinanza sugli orari delle attività commerciali.
La LR. 9/09 ha lasciato più ampia discrezionalità ai Comuni in relazione alle scelte di apertura festiva e domenicale. I Comuni infatti, possono scegliere fino a 5 giornate di apertura (a fronte delle precedenti 3) in relazione alle esigenze locali e in ossequio ai vincoli normativi.
Commercio su area pubblica:
Carta di esercizio. Ogni commerciante (impresa, società o singolo) che esercita l’attività sull’area pubblica a partire dal prossimo 16 dicembre deve essere munito di carta di esercizio. Tale documento, della Regione Lombardia, deve indicare tutti i posteggi su area pubblica ed i titoli che abilitano al commercio itinerante (esclusi i posteggi isolati). La carta d’esercizio è rilasciata in unico esemplare per ciascun operatore e non sostituisce i titoli autorizzativi che devono essere esibiti, in originale, ad ogni richiesta dell’organo di vigilanza. Chiunque sia trovato sprovvisto della carta è soggetto ad una sanzione pecuniaria.
Attestazione assolvimento obblighi amministrativi, previdenziali, fiscali ed assistenziali. Deve essere rilasciata annualmente e per ogni singola autorizzazione e deve obbligatoriamente accompagnare la stessa.
Centro diurno integrato: a che punto siamo?
Procedono spediti i lavori per la costruzione del nuovo Centro Diurno Integrato per gli anziani. Come ricorderete negli articoli degli scorsi numeri de “il Mosaico”, il C.D.I. è una struttura che può ospitare fino a 15 ospiti ed ha la caratteristica di essere aperto solo durante le ore diurne. É dotato di personale sanitario qualificato (medico, infermiere, fisioterapisti, ausiliari) ed offre prestazioni di tipo sanitario, oltre ad attività di animazione.
Il C.D.I. ci pare una buona soluzione per risolvere i bisogni della popolazione anziana: da un lato è un luogo in cui è possibile rispondere alle necessità sanitarie (difficili da risolvere in casa), dall’altro è meno connotato in maniera sanitaria rispetto ad un R.s.a. Inoltre, è una struttura che consente alle famiglie degli anziani un supporto durante le ore del giorno e contemporaneamente evita il distacco dell’anziano dalla propria abitazione e dai propri cari, visto che può tornare alla propria casa a passare la notte.
I lavori termineranno entro Natale; quindi serviranno alcuni mesi per avere le autorizzazioni necessarie al funzionamento e quindi riteniamo plausibile iniziare le attività entro la prima metà del 2010. Nel frattempo, assieme all’Asl di Vallecamonica, all’Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona ed all’ente gestore individuato, stiamo predisponendo il piano delle attività.
In questo periodo sono state incontrate le Amministrazioni Comunali vicine per presentare il progetto: la buona riuscita di questo C.d.i. dipende in buona parte dal supporto dei paesi vicini con i quali, ormai da parecchi anni, condividiamo una gestione associata dei servizi sociali.
Vicesindaco
Paolo Erba
Comune di Malegno un libro al mese
presentazioni con gli autori
1° incontro: Venerdì 16/10/2009 - ore 20,30: “La carneficina” di Francesco Inversioni
2° incontro: Venerdì 13/11/2009 - ore 20,30: “La guerra di caio” di Roberto Betz
3° incontro: Venerdì 11/12/2009 - ore 20,30: “Oggi a me domani a te” di Giannino Botticchio
Biblioteca Comunale, via Cava n°7 c/o edificio scolastico
Barriere anti-disabili: sei sicura/o di non crearne anche tu?
L’art. 26 della Carta dei Diritti fondamentali dell’ Unione Europea recita: “l’Unione riconosce e rispetta il diritto dei disabili di beneficiare di misure intese a garantirne l’autonomia, l’ inserimento sociale, la partecipazione alla vita della comunità.” L’accessibilità è il presupposto per la fruizione di tutti i diritti e per essere tale deve considerare la necessità di ciascuno: disabili motori, persone non vedenti o ipovedenti, non udenti e anziani.
Una città è accessibile nella sua struttura e nelle sue componenti se riconosce la cittadinanza piena e attiva di ognuno e, quindi, presuppone luoghi più vivibili e accoglienti.
La realtà quotidiana purtroppo è teatro di una storia completamente differente. Le barriere architettoniche e di altro genere sono ancora troppo presenti e ostacolando e impedendo l’accessibilità alla vita di relazione, costituiscono un ostacolo alla socializzazione, considerata oggi un elemento essenziale per la salute delle persone così come affermato in una famosa sentenza della Corte Costituzionale 215/1987 e pertanto anche una violazione del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.
Fra i tanti luoghi comuni c’è anche quello di vedere le barriere solo in senso strutturale, pensando alle disabilità motorie e funzionali, dimenticando per esempio le disabilità sensoriali e percettive. Le persone diversamente abili si trovano oggi, nel ventunesimo secolo, di fronte a barriere alte e insormontabili, barriere a volte visibili e conosciute, altre volte sconosciute, più o meno dolosamente, barriere dovute alla stupidità e all’ idiozia di persone “normodotate” se così si possono definire.
Un esempio di barriera non visibile è il linguaggio. Si può osservare quanto sia incoerente l’espressione “portatore di handicap”, coniata molto tempo fa e ancor oggi usata e abusata sia pure in buona fede e con la convinzione di essere politically correct. Un “handicappato” non porta un handicap: sono gli altri, piuttosto, che glielo portano addosso. Ciò che può creare handicap è una società con strutture inadeguate, con l’ottusità di non saper costruire quell’ambiente idoneo affinché una persona possa esprimere se stessa. Quante volte avete già sentito parlare di abbattimento delle barriere architettoniche? Sicuramente tantissime eppure la realtà non cambia perché il primo ostacolo da abbattere è l’ indifferenza, la mancanza di attenzione verso coloro che presentano delle disabilità siano esse motorie o no.
Perché i marciapiedi sono ancora occupati dalle auto? Perché i parcheggi per disabili sono utilizzati dalle persone senza disabilità, soltanto pigre e insensibili? Perché si vedono così pochi disabili quando si cammina per strada, quando si va al cinema, a teatro o si prendono i mezzi pubblici? Basta questo per farvi riflettere, ma pensare non basta è necessario assumere un comportamento da persone civili. Ciascuno di noi è responsabile degli ostacoli che mette intorno, o che non rimuove, per la piena accettazione dell’ altro. Questo vale per i disabili motori o sensoriali certamente, ma anche per le persone con disabilità psichica, intellettiva, per chiunque sia portatore di qualunque diversità rispetto a una “presunta “normalità.
La diversità, la cosiddetta non normalità, è in realtà nell’occhio di chi guarda, è nelle relazioni sociali. Sforziamoci per vedere le persone con disabilità, non tanto in quanto diversamente abili ma come persone con i loro diritti: diritto alla formazione, all’ informazione, al lavoro, alla comunicazione, all’ inserimento, all’ inclusione, alla socializzazione, alla salute, al tempo libero, in una parola a essere persona e come tale quindi anche titolare di un diritto fondamentale, inalienabile che è proprio quello dell’ inclusione. Quando le persone con disabilità si imbattono in ostacoli e barriere create dalla società, di fatto, vengono escluse o limitate nella loro partecipazione alla società stessa.
Bisogna quindi acquisire il concetto, fondamentale di barriera architettonica non solo come di qualcosa che impedisce la fruizione, ma anche di ciò che crea pericolo e invalidità.
Consigliere con delega all’eliminazione delle barriere architettoniche
Ruggero Spina
Buona notte “notte bianca” e arrivederci all’anno prossimo
Anche quest’anno il tempo ci ha voluto bene: sarà stata la fortuna, oppure la grazia della Madonna pellegrina che nel pomeriggio ci ha omaggiato della sua visita, la 4ª edizione della Notte Bianca si è svolta senza problemi. Manifestazione voluta dall’amministrazione comunale come scommessa per valorizzare e promuovere la parte bassa del paese, oggi risulta sicuramente l’evento più importante di Malegno per gradimento e affluenza. Tanti sono i motivi di apprezzamento e vorrei citarne alcuni: la partecipazione diretta e attiva dei commercianti (ben 36 quest’anno), che con la varietà della loro attività e iniziative rendono unica la serata, le tante manifestazioni a carattere culturale quali lo spettacolo musicale per orchestra e voce narrante della Fabbrica dei Suoni presso il Museo delle Fudine e la collaborazione col Ministero dei Beni Culturali per l’apertura del Museo Archeologico Nazionale sito a Cividate Camuno, la possibilità di visitare la Centrale Idroelettrica dell’Enel, la partecipazione delle bancarelle dell’associazione Arti Camunorum, l’impegno delle associazioni di Malegno, i concerti di musica leggera e rock sparsi lunga la via. Grande successo ha avuto la dimostrazione dei graffittari, che su pannelli appositamente predisposti hanno potuto esprimere liberamente e legalmente la loro arte. Quest’anno si è voluto valorizzare anche l’aspetto della promozione del territorio dando la possibilità ad enti e aziende di promuovere prodotti e servizi; abbiamo l’istituito l’info point che oltre a dare informazioni sugli eventi della serata, offriva brochure e volantini e notizie sulla realtà culturale, e non solo, della vallecamonica, bresciana e bergamasca. +
La buona riuscita di un evento così grande è stato possibile grazie alla collaborazione di tutti. Un sincero ringraziamento a coloro che hanno partecipato e aderito: i commercianti, le associazioni, gli espositori, gli enti, i volontari e ai cittadini della via Lanico che hanno messo a disposizione aree private ed energia.
Ora ci siamo già concentrati sul prossimo evento: La festa del Patrono con i mercatini di S.Andrea.
Federico Lobracco
Speciale edilizia e urbanistica
Approvato definitivamente il nuovo piano di governo del territorio
I l nuovo consiglio comunale, insediato da appena 34 giorni, è stato chiamato nella seduta del 20 luglio 2009 alla deliberazione di un atto fondamentale (forse il principale) tra quelli di propria competenza, e cioè l’approvazione del Piano di Governo del territorio.
Purtroppo alcune lungaggini burocratiche non hanno permesso di concludere il lavoro, come sarebbe stato più giusto, nel corso del precedente mandato amministrativo; alla stessa maniera alcune norme specifiche non hanno consentito al nuovo Consiglio un più ampio margine di tempo per la valutazione del lavoro svolto. Del resto si è trattato di un lavoro complesso come si desume dal seguente elenco delle tappe che si sono percorse per arrivare all’approvazione:
- 23/05/06 Convenzione con il comune di Cividate Camuno per la formazione del PGT.
- 14/06/06 Avvio del procedimento con avviso pubblico per la raccolta di proposte.
- 09/01/07 Avvio del Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica.
- 14/06/07 1° incontro pubblico per la predisposizione del PGT.
- 12/10/07 1° conferenza di valutazione ambientale strategica.
- 18/02/08 2° incontro pubblico per la predisposizione del PGT.
- 24/07/08 3° incontro pubblico per la predisposizione del PGT.
- 28/10/08 2° conferenza di valutazione ambientale strategica.
- 09/12/08 adozione del piano da parte del Consiglio Comunale.
- 17/02/09 termine ultimo per la presentazione di osservazioni al piano.
- 20/07/09 approvazione definitiva.
Quando iniziammo il lavoro nel 2006 mettemmo in chiaro subito una cosa: essendo il piano regolatore generale precedente di recentissima approvazione (dicembre 2005) si realizzava il PGT per ottemperare a quanto richiesto dalla legge regionale n°12/2005, ma i contenuti dello strumento urbanistico sarebbero stati i medesimi di quello appena entrato in vigore. Questo soprattutto per non generare nella cittadinanza aspettative non concretizzabili. Ricordiamo infatti che nel corso della procedura di concertazione del piano regolatore avvenuta nella seconda parte del 2005 dovemmo ridurre le aree da destinarsi all’edificazione di circa 20.000 mq. in quanto le nostre previsioni non rispettavano i parametri del piano territoriale di coordinamento provinciale; e ciò generò qualche polemica. Il piano di governo del territorio nacque quindi con l’obiettivo di riproporre le previsioni del piano pre-vigente in quanto non c’era stato ancora tempo di attuarlo, e semmai di aggiustarlo laddove ci fossero dei nodi irrisolti. Con il suo ultimo voto favorevole il Consiglio Comunale ha consegnato ai malegnesi un piano equilibrato, che prevede circa 112.000 mq. di suolo urbanizzabile (536.000 mq. sono quelli già urbanizzati), ma anche un adeguato numero di aree verdi e per servizi (18.000 mq); che tiene conto non solo delle esigenze dei singoli, ma anche e soprattutto di quelle della collettività, nel rispetto del piano paesistico (il paesaggio non è un concetto astratto ma un patrimonio di tutti) e del piano idrogeologico (purtroppo il nostro è un territorio che ha le sue criticità e non tenerne conto sarebbe da irresponsabili).
Approvato il nuovo regolamento edilizio comunale
Parallelamente al lavoro di predisposizione del nuovo piano di governo del territorio si è voluto dotare il comune di Malegno di un nuovo regolamento edilizio.
Il regolamento precedentemente in vigore risaliva agli anni 70 ed era evidentemente “in difficoltà” a regolamentare l’attività edilizia sul territorio comunale, in quanto negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad una notevole evoluzione “culturale”, ad uno sviluppo normativo intenso (e non sempre coerente), all’introduzione delle nuove tecniche e dei nuovi prodotti che la scienza ha via via messo a disposizione. Nel Consiglio Comunale del 20 luglio scorso si è concluso l’iter di approvazione del nuovo regolamento edilizio, che era stato presentato nel corso del Consiglio Comunale del 9 dicembre 2008, adottato sempre dal Consiglio Comunale il 30 marzo 2009, e al quale, prima dell’approvazione definitiva, non sono state presentate osservazioni (la legge ne dava la possibilità). Il regolamento edilizio comunale è lo strumento più idoneo per indirizzare gli operatori verso una edilizia sostenibile, ossia una edilizia finalizzata alla soddisfazione delle esigenze attuali senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare alle stesse condizioni le proprie.
A tale scopo il regolamento edilizio introduce tre criteri noti da tempo ma scarsamente utilizzati:
Il risparmio energetico, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, l’impiego di tecnologie bioclimatiche.
Questi criteri sono introdotti attraverso tre forme:
- resi obbligatori tramite prescrizioni
- consigliati al fine di stimolare gli operatori a scelte più sostenibili
- incentivati tramite la restituzione parziale degli oneri in percentuale rapportata alla classe energetica.
Va tenuto comunque conto che alcuni interventi sono diventati già obbligatori per legge come ad esempio l’installazione di una quota di pannelli solari termici. La regolazione della temperatura nei singoli locali. L’uso di caldaie a condensazione. Gli interventi semplicemente consigliati sono ad esempio l’installazione di pompe di calore per la climatizzazione estiva ed invernale, l’utilizzo di pannelli radianti nei pavimenti, l’alimentazione delle cassette di scarico con le acque grigie”. Il nuovo regolamento ha cercato quindi di adeguare le norme ai tempi che corrono.
Siamo consapevoli che soprattutto all’inizio l’applicazione delle nuove norme potrà creare qualche difficoltà, ma da una parte siamo convinti della bontà del regolamento approvato e dall’altra siamo consapevoli che sarà sempre possibile intervenire per modificarne le parti che risultassero poco efficaci senza dover aspettare altri trent’anni.
Piano Casa
Aveva suscitato molto interesse, e a dire il vero anche molte perplessità, l’iniziativa del Governo nazionale di mettere a punto, tra le risposte per affrontare la crisi economica dilagante, misure urgenti e speciali che favorissero gli investimenti dei privati nell’edilizia. Superati i problemi di competenza (secondo la “devolution” la legiferazione su questo argomento non spetta allo Stato) ne è nato un accordo Stato-Regioni, e così ciascuna delle 20 regioni italiane ha approvato la sua legge sul cosiddetto “Piano Casa”. In realtà il “Piano Casa” non contiene misure straordinarie per la realizzazione di nuove abitazioni, ma punta a consentire l’ampliamento di alcune tipologie di edifici. La legge regionale lombarda n°13 del 2009 (vedi il box informativo) nel prevedere la possibilità di ampliamenti in misura del 20% per alcune abitazioni, la sostituzione di alcuni edifici con possibilità di ampliamento del 30% (o anche del 35%), e la possibilità di recupero edilizio funzionale di alcuni volumi, ha però riconosciuto ai Comuni la titolarità delle funzioni amministrative in materia di governo del territorio. La legge regionale è entrata in vigore ufficialmente il 16 ottobre 2009, e entro il 15 ottobre i comuni potevano assumere una serie di determinazioni in grado di influenzare, anche significativamente, la concreta applicazione della normativa o comunque di meglio disciplinarla in rapporto alle caratteristiche specifiche del proprio territorio. In particolare il comune poteva:
- Individuare “parti del proprio territorio” nelle quali non applicare la legge;
- Stabilire in quali casi e in che misura le diverse iniziative previste dalla legge dovevano assicurare spazi per parcheggi e a verde (fermo restando che l’eventuale impossibilità di osservare tali prescrizioni, non risultando ammissibili forme di monetizzazione, significava impossibilità a dar corso all’intervento);
- Procedere a differenziare e graduare le riduzioni del contributo di costruzione previsto dalla legge a seconda degli interventi come pure in relazione ai soggetti attuatori.
Il Consiglio Comunale di Malegno in data 30 settembre 2009 ha deciso di:
- Escludere dall’applicazione della legge le zone indicate dal piano paesistico a sensibilità molto alta. Il comune è infatti dotato di un proprio piano del paesaggio ed è apparso coerente salvaguardare le parti più sensibili del territorio da possibili interventi in grado di snaturarne le qualità paesistiche.
- Prevedere per le vie Lanico, Cavour e Isola la necessità di dimostrare di avere a disposizione aree da destinare a parcheggi e/o verde pertinenziale nella misura di 1 mq. ogni 10 mc. di ampliamento o recupero. Si tratta di una zona già molto condizionata dalla mancanza di parcheggi, pensare di “insediare” nell’area nuovi ipotetici abitanti senza prevedere adeguati spazi pertinenziali, avrebbe voluto dire penalizzarne ulteriormente i residenti e i commercianti.
- Non prevedere alcuna riduzione del contributo di costruzione, in quanto la legge da già di per sé un beneficio “straordinario” ai soggetti interessati (consente di ampliare a chi normalmente non ne avrebbe diritto), e non si capisce perché questi debbano pagare di meno di quelli che fino ad oggi sono intervenuti in maniera “ordinaria”.
Box informativo legge regionale n° 13/2009
“Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia”
Si riporta di seguito una sintesi delle più importanti disposizioni della legge. - É consentito il recupero edilizio e funzionale di edifici o porzioni di edifici ultimati alla data del 31 marzo 2005 e non ubicati in zone destinate dagli strumenti urbanistici vigenti all’agricoltura o alle attività produttive, anche in deroga alle previsioni quantitative degli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi, comportante:
- l’utilizzazione delle volumetrie e delle superfici edilizie per destinazioni residenziali ovvero per altre funzioni ammesse dagli strumenti urbanistici.
- la utilizzazione delle volumetrie edilizie in seminterrato, per destinazioni accessorie alla residenza, per attività economiche ammesse dagli strumenti urbanistici, nonché per attività professionali.
- Gli interventi edilizi consentiti non possono comportare la totale demolizione e ricostruzione dell’edificio e devono rispettare i caratteri dell’architettura, del paesaggio e degli insediamenti urbanistici del territorio, nonché i requisiti previsti dai provvedimenti regionali in materia di efficienza energetica edilizia.
- All’esterno dei centri storici è consentito anche in deroga alle previsioni quantitative degli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi, l’ampliamento di edifici in tutto residenziali ultimati alla data del 31 marzo 2005:
a) uni-bifamiliari in misura non superiore al 20% della volumetria esistente e in ogni caso non superiore a 300mc.
b) altri (se di volumetria non superiore a 1.200 mc) in misura non superiore al 20% della volumetria esistente.
- L’ampliamento è consentito qualora ci sia una diminuzione certificata superiore al 10% del fabbisogno annuo di energia.
- All’esterno dei centri storici è consentito anche in deroga alle previsioni quantitative degli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi, la sostituzione degli edifici in tutto residenziali esistenti con un nuovo organismo edilizio di volumetria incrementata fino al 30% della volumetria esistente qualora ci sia una diminuzione certificata superiore al 30% del fabbisogno annuo di energia. L’incremento di volume è elevato al 35% nel caso di interventi che assicurino un adeguato equipaggiamento arboreo per una porzione non inferiore al 25% del lotto interessato.
- All’interno dei centri storici è consentita la sostituzione dei singoli edifici residenziali esistenti, non coerenti con le caratteristiche storiche, architettoniche, paesaggistiche e ambientali. La sostituzione è subordinata al parere delle commissioni regionali.
Speciale edilizia e urbanistica
Presenza di amianto negli edifici: le regole per evitare sanzioni
la regione Lombardia ha approvato disposizioni che prevedono azioni di controllo da parte dei cittadini
Censire e controllare gli edifici il cui materiale di costruzione contiene amianto, rispettando semplici passaggi
che permettono di non incappare in sanzioni. All’appello
sono chiamati tutti i cittadini proprietari di strutture, impianti
e mezzi di trasporto non estranei alla presenza del minerale.
Per quanto sul territorio regionale le attività di estrazione
siano state sospese già da parecchi anni, resta da prestare attenzione alle operazioni di manutenzione delle strutture oltre
che a quelle di bonifica e smaltimento del materiale stesso. Il
riferimento è a vecchie stufe, tubi e condotte in cui l’amianto
può essere presente sotto forma di isolante, ma anche a coperture esterne, vasche per l’acqua e tubazioni.
A stendere un programma di intervento che coinvolge cittadini, Comuni, Province e Asl, il Piano regionale amianto
Lombardia, approvato dal Pirellone nel 2005. Un documento al cui interno sono indicate le discariche per rifiuti inerti
con settore dedicato come luoghi adibiti allo smaltimento di
rifiuti contenenti amianto. Ma che fornisce anche obblighi
e indicazioni per la concretizzazione di quello che appare
come un vero e proprio censimento. Di fatto, si tratta della
compilazione di un elenco sulla base dell’obbligo, riferito a
soggetti pubblici e proprietari privati, di denunciare all’Asl
(tramite i Comuni) la presenza di amianto in edifici, luoghi,
mezzi di trasporto e impianti di smaltimento.
Al cittadino resta il compito di rapportarsi con il proprio Comune e di rispettare alcune semplici regole. Il proprietario
degli edifici deve mettere in atto un programma di controllo.
Un insieme di azioni finalizzate a mantenere in buone condizioni i materiali contenenti amianto, prevenendo il rilascio di
fibre, considerate responsabili di eventuali contaminazioni .
Nel caso di operazioni di manutenzione o di bonifica, la normativa prevede di designare una figura responsabile che si
occupi di coordinare tutte le attività necessarie; poi il rispetto
delle misure di sicurezza e la compilazione di un’idonea documentazione. Infine, la trasmissione di informazioni a chi
occupa l’edificio in questione; quest’ultimi dovranno essere
aggiornati sulla presenza del minerale, sui rischi potenziali
e sui comportamento da adottare. Resta l’incombenza di far
ispezionare l’edificio almeno una volta all’anno, in caso di
materiali friabili.
Sono due le situazioni in cui è sconsigliabile che il cittadino provveda in modo autonomo alla rimozione di strutture
contenenti amianto: nel caso in cui si debba ricorrere per lo
smontaggio a mezzi professionali, quali ponteggi e strumenti di demolizione, oppure quando il materiale su cui intervenire è particolarmente friabile e in quanto tale pericoloso per
l’ambiente e per l’utente.
Di seguito, alcune indicazioni pratiche per lo smaltimento o
la rimozione di manufatti contenti amianto:
- Se la ristrutturazione è affidata ad una ditta, questa dovrà provvedere anche alla rimozione e allo smaltimento delle infrastrutture contenenti amianto, eventualmente servendosi di imprese autorizzate;
- I manufatti devono essere rimossi interi (è inopportuno rompere o tagliare gli oggetti);
- I manufatti devono essere bagnati abbondantemente prima della loro rimozione;
- Il materiale smontato dovrà essere avvolto in teli di plastica quando è ancora bagnato e sigillato con l’uso di nastro da pacchi.
- Il materiale imballato dovrà essere etichettato con apposito contrassegno fornito dal gestore del servizio pubblico o dal Comune;
- Dovrà essere preventivamente contattato il gestore del servizio pubblico di raccolta o il Comune per conoscere i modi ed i tempi del conferimento così da evitare lo stoccaggio per lungo periodo dei manufatti rimossi.
Lottizzazione di via Campello
Non si può certo dire conclusa, ma sicuramente arrivata ad un traguardo importante
la vicenda del piano di lottizzazione di Campello. Il giorno 22 settembre 2009 infatti è stato sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti (otto privati
più l’Amministrazione Comunale) l’atto notarile
che, determinando gli scambi di aree interni al
piano e la conseguente ripartizione dei costi delle opere di urbanizzazione, ne dà di fatto il via
libera. Il piano di lottizzazione (nel quale il Comune è proprietario di un consistente lotto sulla
cui “sorte” sarà presto chiamato a pronunciarsi
il Consiglio Comunale) era stato adottato in data
11 luglio 2006 e approvato definitivamente il 31
ottobre dello stesso anno, ma una serie di vicissitudini non aveva consentito di approdare alla
stipula dell’atto notarile fino ad ora.
L’urbanizzazione un po’ “disordinata” avvenuta
soprattutto negli anni ’70 e ’80 di tutta la zona di
Campello imponeva che per le aree non ancora
edificate si adottassero strumenti urbanistici che
garantissero il miglior utilizzo possibile degli
spazi, sia per una massima funzionalità delle abitazioni private, sia per una ricaduta positiva sulla
collettività in termini di spazi pubblici e di servizi. Arriva quindi come si diceva ad un importante traguardo positivo (se pur ancora intermedio)
una delle vicende urbanistiche più complesse
della storia del paese, argomento di discussione
addirittura da alcuni decenni.
La pagina dei gruppi consiliari
Comune Amico
I consiglieri del gruppo “Comune Amico” vogliono innanzitutto cogliere l’occasione di questo primo numero de “Il Mosaico” per rivolgere nuovamente un ringraziamento agli elettori che alle recenti elezioni comunali ci hanno voluto premiare dandoci la loro fiducia.
Riteniamo che dalle urne sia uscito un consiglio comunale forte in ogni sua componente e attrezzato ad affrontare le difficili sfide che ci troviamo davanti.
Le problematiche che un’amministrazione comunale oggi si trova
davanti non sono più solo quelle correlate alla gestione del territorio, alla realizzazione delle opere pubbliche, e alle politiche
culturali (che comunque rimangono nell’agenda amministrativa),
ma ci sono alcune nuove priorità:
- Oggi il mondo si trova ad affrontare una crisi economica senza precedenti che coinvolge direttamente, anche in un piccolo paese come il nostro, decine di famiglie. A queste famiglie abbiamo il dovere di dare delle risposte. È difficile in quanto le risorse sono limitate, ma non si può prescindere da questo. Ed ecco perché la nostra amministrazione è stata tra le prime a sostenere e sollecitare l’idea di un “patto territoriale” che coinvolgesse le istituzioni, le aziende e i lavoratori, al fine di trovare degli sbocchi occupazionali anche temporanei per permettere alle famiglie di superava questo difficile momento; con la speranza che chi ha poteri più ampi possa nel frattempo determinare le condizioni per un superamento definitivo della crisi.
- Un’altra importante sfida per il comune è quella di diventare sempre più autonomo dal punto di vista economico. Sono anni che si sente parlare di tagli da parte dello Stato ai trasferimenti ai comuni, e (a differenza di altri casi) non si è trattato solo di chiacchere. Riduzione del contributo ordinario, abolizione di una parte importante dell’ICI, possibilità di partecipare a bandi di finanziamento sempre più ridotte. Abbiamo individuato nel settore della produzione delle energie rinnovabili una possibile soluzione al problema. Ed ecco che è in campo una iniziativa congiunta con la soc. Vallecamonica Servizi per la realizzazione di una nuova centralina idroelettrica; che sono previsti un nuovo impianto fotovoltaico sul tetto del Municipio e il potenziamento di quello sulla palestra. Ma soprattutto è in fase preliminare di studio la possibilità di realizzare un “parco fotovoltaico” di medie dimensioni.
- La gestione dei servizi sociali, passata dalle ASL ai Comuni, senza che a questi venissero destinate le risorse (umane ed economiche) necessarie, sta mettendo in difficoltà molte amministrazioni. Per noi la principale sfida rimane quella del centro diurno integrato i cui lavori sono a buon punto di realizzazione e che nel 2010 dovrà cominciare ad erogare servizi. Il coinvolgimento di una realtà come la Pia Fondazione nella futura gestione del centro ci appare in questo momento come una scelta in grado di garantirci un servizio di qualità e una gestione trasparente.
L’individuazione di queste tre priorità non vuole assolutamente significare un disimpegno rispetto a tutte le altre questioni, ma serve a evidenziare ai cittadini che vi è un consistente lavoro amministrativo non immediatamente visibile, ma che potrà dare i suoi frutti a medio-lungo termine.
Malegno nel Cuore
Il gruppo di minoranza “Malegno nel Cuore” rappresentato dai consiglieri Patrizia Domenighini, Giorgio Mascherpa, Mariano Baffelli e Gian Mario Gazzoli si “presenta” alla popolazione Malegnese ripercorrendo, nel presente articolo, parte di quanto discusso ed approvato nei tre consigli comunali effettuati a seguito delle elezioni amministrative del giugno 2009. I consigli comunali sono stati prevalentemente “tecnici”. In particolare, nel consiglio comunale del 20.07.2009 sono stati approvati sia il Piano di Governo del Territorio (ex Piano Regolatore) che il Regolamento Edilizio comunale. Gli argomenti dibattuti in quella sede hanno comportato il deposito, da parte nostra, di una serie di osservazioni che in buona parte sono state recepite dalla attuale Maggioranza consigliare. Lo strumento urbanistico adottato in extremis (pena la ri-presentazione daccapo del Piano) è stato oggetto di accesa discussione fra le parti (minoranza-maggioranza) durante la seduta del Consiglio Comunale, in quanto lo strumento ci è parso piuttosto conservativo e vincolante (basti vedere le schede degli edifici del centro storico). Noi abbiamo prestato particolare attenzione alla possibilità di recupero dei sottotetti, che nella proposta di PGT non prevedeva nè la possibilità di sopralzo nè la modifica delle altezze di colmo e di gronda nè la modifica della pendenza del tetto. A consiglio concluso la maggioranza consigliare ha accolto in parte quanto richiesto dalla minoranza ma ha mantenuto l’esclusione della possibilità di recupero dei sottotetti nei fabbricati a valore storico. Nel terzo Consiglio Comunale, 30.09.2009, sono stati discussi una serie di argomenti quali l’approvazione delle variazioni di bilanco ed il Piano Casa. A tal ultimo proposito vorremmo evidenziare quanto sia importante per la comunità malegnese l’opportunità di sistemare casa e nel contempo beneficiare del bonus volumetrico e del bonus economico di cui al predetto Piano Casa o Legge regionale 13/2009.
Quest’ultima recepisce, nella sua natura di “misura d’urgenza”, il rilancio del settore economico dell’edilizia colpito dalla attuale crisi. La legge regionale consente il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente, gli ampliamenti e la sostituzione (ricostruzione totale) degli edifici esistenti, la riqualificazione dei quartieri di edilizia residenziale pubblica; il tutto anche in deroga alle previsioni quantitative dei piani urbanistici in vigore e dei regolamenti edilizi con un bonus in aumento volumetrico che va dal 10% al 35%. Le norme della legge, che tra l’altro concedono un sostanzioso sconto, pari al 30%, sugli oneri di urbanizzazione, non si applicano però in vari ambiti: aree non edificabili, di valore storico e architettonico o edifici abusivi, anche quand’anche fossero stati condonati. L’amministrazione comunale, secondo la normativa regionale in oggetto, doveva deliberare entro il 15 ottobre 2009 in relazione alla predetta legge, definendo le aree escluse dall’applicazione della normativa regionale, eventuali modifiche all’applicazione degli oneri, prescrizioni su posti auto e verde, individuazione delle aree produttive interessate. La maggioranza consigliare, nella seduta del 30.09.2009, e nonostante la nostra opposizione, ha deliberato in modo negativo sulla riduzione degli oneri prevedendo l’integrale corresponsione degli oneri relativi al costo di costruzione, urbanizzazione primaria e secondaria ed ha, altresì, estromesso dalla possibilità di recupero volumetrico tutti i fabbricati ubicati in zona di pregio paesaggistico quale la cortina di fabbricati del Redolo, zona Santel del L’Ora, Besseto, Arca ecc.; questo nonostante le disposizioni comunali debbano essere ispirate al senso delle norme regionali, finalizzate a “promuovere, mediante l’azione straordinaria di soggetti pubblici e privati, alla massima valorizzazione e utilizzazione del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente sul territorio lombardo” e a “rispondere ai fabbisogni abitativi delle famiglie attraverso la sua tempestiva e urgente riqualificazione nel rispetto dei caratteri identitari, contribuendo al tempo stesso al rilancio dell’economia”.
Da ultimo riteniamo opportuno spendere due parole sulla recente “nomina”, effettuata dal Sindaco, del delegato/rappresentante del Comune di Malegno al BIM. Purtroppo abbiamo appreso di tale nomina, sulla quale non siamo concordi, dai media locali e non, come avremmo preferito, dalla attuale maggioranza consigliare. Questo fatto ci ha lasciati un po’ delusi in quanto, pur non essendo tenuto il Sindaco a sottoporre a noi le scelte che gli competono, sarebbe stato un segno tangibile ed ulteriore della più volte ribadita volontà dell’attuale maggioranza consigliare di essere trasparente e collaborante nei confronti della minoranza. Dal nostro punto di vista sarebbe stato preferibile che a rappresentare il Comune di Malegno in un ente così importante quale il BIM ci fosse un malegnese.
Il Gruppo di Minoranza “Malegno nel Cuore”
Parchi fotovoltaici per Malegno?
L’amministrazione comunale sta “esplorando” la possibilità di realizzare a Malegno uno o più parchi fotovoltaici. Si tratta di individuare delle aree a ridosso dell’abitato, particolarmente adatte per esposizione solare, nelle quali installare un consistente numero di pannelli fotovoltaici in modo da arrivare ad una produzione il più possibile vicina al fabbisogno energetico comunale. Come ormai in molti sanno, investire nel fotovoltaico, non è più solo una scelta responsabile nei confronti dell’ambiente e quindi delle persone che ci vivono (significa minor utilizzo di prodotti petroliferi), ma anche un interessante investimento economico grazie al contratto di conto energia che sarà possibile contrarre fino al 31/12/2010. Ma dove li troviamo i soldi per fare questi investimenti? Qui nasce la sfida più interessante ed affascinante: coinvolgere i cittadini di Malegno con una forma di azionariato diffuso. In sostanza a realizzare i parchi e a gestirne il funzionamento e i ricavi (sicuri grazie al contratto di conto energia), potrebbe essere una società appositamente creata che punta a coinvolgere il maggior numero possibile di azionisti. Anche questo tipo di esperienza non è nuova, in quanto già sperimentata con successo in altri comuni. Vogliamo provarci?
Dal Motoclub Sebino 2009: una magnifica annata!!!
L’espressione utilizzata per comporre il titolo di questo comunicato è quella usuale del sommelier quando si trova davanti ad un vino prezioso. La stessa esclamazione che proferisce il dinamico Presidente del Motoclub Sebino, per tracciare un breve profilo agonistico della stagione appena conclusa. Costante Bontempi ed il suo staff di collaboratori hanno alzato al cielo le braccia, in segno di vittoria per la conquista di un Titolo Italiano, per ben otto volte confermando che la pattuglia di piloti (oltre settanta, su circa 200 tesserati, ndr) del sodalizio Camuno era una delle migliori a livello Nazionale.
Tutta questa serie di vittorie ha inizio nel Campionato Italiano Motoslitte ,Trofeo Italia classe 500 con il Titolo portato in sede a Malegno da Jacopo Fertilio che alla guida di una motoslitta Lynx si sbarazzava con abilità dei suoi numerosi avversari. Concluso il campionato riservato alle motoslitte prendeva il via il Campionato Italiano Enduro e nelle categoria che vedevano partecipare i piloti del Sebino arrivavano i titoli individuali di Campione Italiano Senior per Manuel Pievani con la sua Ktm 125 2t e di Luca Politano’ con la Suzuki 450 4t oltre a quello di Squadre di Club dove il Motoclub Sebino dominava dalla prima all’ultima giornata di gara In ordine di tempo arrivava poi la volta di Maurizio Cecconi che in sella alla Ktm 690 si aggiudicava il tricolore categoria Marathon Motorally indossando i colori sociali del Sebino e impreziosendo la sua stagione di gare con brillanti piazzamenti anche nell’Italiano Major.
Proprio dal Campionato Italiano Enduro Major arrivava ai primi di Ottobre il Titolo di Campione per Pierluigi Surini nella classe M2 in sella alla bicilindrica Aprilia rxv 450 che nonostante gli infortuni subiti durante la stagione si dimostrava di una tempra indomita andando a cogliere il suo settimo titolo individuale in carriera con un buon margine sul secondo classificato. Sempre nell’enduro ma nella categoria denominata Trofeo Regolarità Gr.5 dedicata alle moto storiche arrivavano gli ultimi due Titoli Italiani per il Motoclub Sebino e ad aggiudicarseli erano Osvaldo e Walter Armanni, il primo in sella ad una Ktm 250 ed il secondo in sella ad una Ossa 250 un poco più datata. Anche per loro il Titolo conquistato al termine di una infinita serie di gare che li ha portati alla stessa stregua dei piloti delle “moderne” a correre lungo tutto il territorio Nazionale, dando gran lustro ai colori sociali del Sebino e portando a conoscenza degli appassionati di questa splendida disciplina della bellissima realtà turistica del comune di Malegno dove il Motoclub ha la sua sede.
Ufficio stampa Mc. Sebino
Apini: sessant’anni!!!
Era il 1949, un gruppo di Alpini di Malegno, ex combattenti del primo e del secondo Conflitto Mondiale, si riunirono con alcuni dirigenti della Sezione A.N.A. di Valle Camonica per dare vita al Gruppo Alpini di Malegno. Di quell’incontro purtroppo ci è pervenuto solo il ricordo verbale, stante la natura di noi Alpini, avvezzi più ai lavori manuali che a usare la penna.
Con il passare degli anni, comunque abbiamo dato prova di avere ben compreso gli insegnamenti dei nostri Veci e lo spirito Alpino. Incominciando col partecipare alle prime Adunate Nazionali negli anni 50/60, fraternizzando con Alpini di altre regioni d’Italia. Vennero poi le dure prove dei terremoti in Friuli ed in Irpinia, dove un bel gruppo di iscritti parteciparono come volontari, meritandosi il rispetto e l’ammirazione di quelle popolazioni. In quegli anni (70) venne pure restaurato il Santel de l’Ora e in seguito abbellito anche esternamente. Nella vita sociale ci siamo sempre prodigati come volontari, sia nei restauri delle nostre Chiese, nelle feste di paese, il rifacimento della Baita della Società, la pulizia dei luoghi pubblici, il volontariato al Centro Anziani, sempre comunque con spirito di servizio e per il bene comune.
A distanza di tanti anni da quel 1949, possiamo comunque affermare di avere messo in pratica l’essenza dello spirito Alpino. Con questo spirito dunque ci apprestiamo a celebrare la nostra festa annuale del Gruppo insieme alla Sezione Combattenti e Reduci. Il 15 novembre ricorderemo tutti i giovani che per la Patria hanno sacrificato la loro vita e i Veci che sono andati avanti.
Per il Direttivo
Fausto Magri